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Cosimo I de’ Medici e l’invenzione del Granducato – Archivio di Stato, Firenze
In occasione dei 500 anni dalla nascita di Cosimo de’ Medici (Firenze 1519 – 1574), l’Archivio di Stato presenta la vicenda umana e politica del primo granduca di Toscana mostrata attraverso una scelta tra i molti documenti conservati nei suoi fondi, accompagnati da un ricco apparato iconografico.
Un focus è dedicato alla creazione dell’Accademia del Disegno. Non manca la bolla papale che gli conferisce il titolo di Granduca, inventato per lui.
Ingresso gratuito.
Orario: lun-ven 9-17, sab e dom 10-13, chiuso 8, 25, 26 dicembre, 1 e 6 gennaio, chiuso pomeriggio 24 e 31 dicembre.
Esposizione documentaria (dal sito ufficiale)
Il 12 giugno 1519 nasceva a Firenze Cosimo figlio di Ludovico de’ Medici (detto Giovanni delle Bande Nere) e di Maria Salviati, destinato a diventare nel 1569 il primo granduca di Toscana.
In occasione del V centenario della sua nascita l’Archivio di Stato di Firenze organizza una mostra documentaria, il cui scopo è quello di evidenziare i principali avvenimenti della biografia e dell’opera di questo personaggio a cui si deve la fondazione dello Stato toscano moderno.
Il percorso della mostra si avvarrà di pannelli esplicativi e contenuti didattici, in modo da risultare fruibile non solo per gli esperti, ma per un più largo pubblico di cittadini e interessati.
La mostra è collegata al convegno scientifico che l’Associazione Elio Conti e l’Archivio di Stato di Firenze hanno in programma dal 27 al 29 novembre 2019.
Cosimo I de’ Medici: la vicenda umana e politica del primo granduca di Toscana mostrata attraverso una scelta tra i molti documenti conservati nell’Archivio di Stato di Firenze, accompagnati da un ricco apparato iconografico.
Accoglie i visitatori l’albero genealogico della famiglia Medici, accompagnato da due manichini che indossano gli abiti di Cosimo e della sua sposa, Eleonora di Toledo, liberamente ispirati ai loro ritratti.
Segue un excursus sulla famiglia di Cosimo, in particolare i genitori e le due spose, Eleonora di Toledo e Camilla Martelli: si possono leggere alcune lettere private scritte da questi personaggi e anche dal piccolo Cosimo.
Una parentesi sull’araldica della famiglia Medici vuole mostrare come il giovane duca, appartenente a un ramo collaterale della famiglia, si appropriò dello stemma del ramo principale, quasi per un tentativo di legittimazione della discendenza dai Medici, signori di Firenze nel secolo precedente.
Il potere del nuovo sovrano si concretizzò anche nella scelta delle residenze cittadine: dal palazzo avito di via Larga, alla sede del potere della Repubblica, Palazzo Vecchio, al palazzo dei Pitti, dimora appartata, quasi un nuovo Olimpo per la nuova dinastia. E poi un itinerario tra alcune delle principali ville medicee, tra quelle di provenienza familiare, a quelle di nuova acquisizione e trasformazione.
Una pausa nel percorso è offerta da un ambiente più scuro e intimo, che intende riportare alla mente i misteriosi studioli, posti in Palazzo Vecchio, in cui Cosimo conservava le carte più preziose e importanti.
Un esempio dell’attenzione del sovrano verso l’arte e la cultura è dato dalla creazione dell’Accademia del Disegno, istituzione che aveva lo scopo di valorizzare e tutelare la produzione artistica toscana.
Gli organizzatori dell’Accademia, tra cui Giorgio Vasari, scelsero come nume tutelare Michelangelo Buonarroti, del quale si espongono alcune lettere indirizzate a Cosimo I.
Il percorso politico è mostrato attraverso documenti ufficiali, alcuni anche di grande impatto visivo: diplomi imperiali pergamenacei, spesso accompagnati da importanti sigilli, segnano i progressi di Cosimo nell’affermare il proprio potere su uno Stato territoriale via via più ampio, organizzato in modo moderno grazie all’impronta riformatrice data dai collaboratori e segretari che il duca seppe individuare e valorizzare.
Ma non solo il rapporto con l’Impero era importante; una serie di altre azioni segnarono un avvicinamento progressivo di Cosimo al papato: l’istituzione di un Ordine cavalleresco per combattere contro i Turchi, l’Ordine di Santo Stefano, e la creazione dei Ghetti ebraici, desiderati dai papi ma non graditi dalla maggior parte dei sovrani.
Fu questo progressivo avvicinamento che consentì a Cosimo di ricevere dal papa un nuovo titolo sovrano, inventato per lui, quello di Granduca, che lo mise al di sopra degli altri duchi italiani: l’immagine della bolla papale con il disegno della corona granducale segna il punto di arrivo del percorso espositivo.