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Avamposti: Vivo in una giungla, dormo sulle spine – Cortile del Museo Nazionale del Bargello, Firenze (Firenze)
Testo e regia Laura Sicignano con AMANDA SANDRELLI e LUCHINO GIORDANA, ALESSIO ZIRULIA. Prima regionale.
VIVO IN UNA GIUNGLA, DORMO SULLE SPINE è un verso di un poema popolare pakistano. Il testo è basato sulle storie vere che un giovano rifugiato pakistano mi ha raccontato. Storie di fughe, di viaggi notturni, di migliaia di dollari, di kalashnikov, di abbandoni, di bambini costretti ad imparare troppe cose, troppo presto.
Il testo ritrae Sher, il protagonista, appena arrivato in Italia, dopo una pericolosa fuga dal suo paese. Qui il giovane è accolto in una comunità per minorenni richiedenti asilo e affidato a Viviana, un’avvocatessa tutrice. La relazione tra il giovane e la sua tutrice, molto conflittuale all’inizio, si trasforma gradualmente in profondo affetto. Quanto l’affetto di Sher verso Viviana è sincero e quanto egli la sta invece manipolando? Una donna adulta, colta, emancipata incontra un ragazzo analfabeta, forse un delinquente, che ha visto troppe cose nella vita, capace di mentire – e chissà cos’altro – per salvarsi la pelle. Perché questa donna arriva ad accogliere in casa propria il ragazzo, rischiando di compromettere la propria immagine e la propria relazione sentimentale? Chi sta manipolando chi?
Chi ha più bisogno dell’altro? Sher racconta la sua fuga attraverso Pakistan, Iran,Turchia e Grecia, con un’organizzazione di trafficanti, ma il motivo per cui è scappato continua a rimanere un mistero: il ragazzo si protegge da un ambiente nuovo e ostile, nascondendosi dietro una fitta rete di bugie. L’arrivo dello “straniero” scardina il fragile equilibrio della vita di Viviana, mette in discussione le sue certezze e fa emergere ipocrisie che finora la donna non ha voluto vedere.