29 maggio Rosso degli affetti, l'allarme lanciato dagli ultimi nella poesia di Paolo Fabrizio Iacuzzi (Pistoia)

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Titolo: Rosso degli affetti, l’allarme lanciato dagli ultimi nella poesia di Paolo Fabrizio Iacuzzi
Data: 2009-05-29
paolo-fabrizio-iacuzziIl poeta toscano presenta la nuova raccolta di versi
in un incontro in programma venerdì 29 maggio a Pistoia

Venerdì 29 maggio alle ore 17.30 presso la libreria-galleria-sala da tè “Lo Spazio di via dell’ospizio” (via dell’Ospizio 26/28, Pistoia), lo scrittore Paolo Fabrizio Iacuzzi presenterà, insieme a Martino Baldi, Luca Nannipieri e Gianluigi Paganelli, l’ultima raccolta di poesie Rosso degli affetti (Aragno editore, 2008, pp. 120, euro 12).

Con questo quarto libro di poesie, Paolo Fabrizio Iacuzzi prosegue la propria biografia in versi, una lacerata e lacerante biopsia tinta di rosso, nell’epoca dell’indifferenza e della narcosi affettiva, del terrorismo e della comunicazione globale. Il colore della nascita e della passione, del principio e della fine, diventa il tramite per una poetica del contagio e della mutazione ma anche del dono e della profezia. Ci restituisce così la sua segreta vita “a quadri”, facendo esperienza dell’altro e del “nemico” a partire dall’interno di sé, assumendo il peso del male e delle diversità del mondo, esponendo le viscere di sé per un espianto di organi per gli altri.

Come afferma Ernestina Pellegrini nella postfazione del volume: «Poesia come espianto, ma anche, nella sua disarticolazione un po’ ovvia, come pianto di sé, anzi come Es che ci piange. Poesia testamentaria, oracolo bambino, certo, ma anche galateo della rivolta, fra eloquenza e incredulità, tenerezza e rabbia, cantico per i propri amuleti (la bicicletta bianca, i cosmetici tesaurizzati per eredità materna, le statuine del presepe sepolte nella melma dell’alluvione, la gatta Evita morta di Aids felino) ed espulsione dei propri oggetti totemici fuoricorso, seduzione del lettore e sua delirante provocazione, nello slittamento delicatissimo del monologo nel dialogo. Una poesia diaristica, memoriale e corporale insieme, macerata, fatta di fango e di luce, di un realismo dell’esperienza sempre immaginifico, con punte leggendarie e fiabesche, spostata e eternizzata a ogni passaggio nel territorio dell’arte figurativa e della subcultura incantatoria della modernità».

Rosso degli affetti, teatro della crudeltà e dell’amore Rosso degli affetti propone una poesia come contaminazione fra un sublime dell’alto e del basso, un teatro della crudeltà e dell’amore, dell’amicizia e dell’odio.

Le vicende della biografia sono “assunte in cielo”, trasposte. Le relazioni degli affetti sono sempre in rosso, nella mancanza assoluta di ogni consolazione che la poesia offre. E tuttavia la poesia si fa prima espianto di sé, decostruzione dell’io, ma anche ricostruzione infinita di sé nel canto.

Nel tempo delle guerre globali e del terrorismo, la poesia di Iacuzzi è in continuo allarme, la spia della sua poesia è quindi in rosso. E come in un sistema immunitario impazzito che fagocita continuamente se stesso, ossa e carne, alla fine si assiste a una sorta di migrazione degli organi, in un gioco di simulazioni sul tavolo anatomico del suo personalissimo teatro.

Il soggetto propone una epica di sé che si apre agli altri, ma anche la saga degli altri che coinvolge l’io nel gioco delle identificazioni, del doppio di sé, maschile e femminile insieme, fra il principio e la fine.

Una poesia testamentaria ma anche un galateo della disobbedienza alle regole del verso e della prosa, verso ogni codificazione rigida del senso, fra eloquenza e incredulità, tenerezza e rabbia, monologo e dialogo.

Una poesia memoriale e corporale insieme, macerata, fatta di fango e di luce, di un realismo dell’esperienza, con punte leggendarie e fiabesche, con passaggi frequenti nel territorio dell’arte figurativa e della subcultura incantatoria della modernità.

L’autore Paolo Fabrizio Iacuzzi è nato a Pistoia il 10 marzo 1961. Vive a Firenze, dove si occupa di editoria, critica letteraria e promozione culturale. È direttore artistico del Premio letterario nazionale Ceppo Pistoia e tra i soci fondatori a Firenze del Centro Studi Jorge Eielson per il dialogo fra letterature e arti. Le sue poesie sono tradotte in varie lingue.

Ha esordito sulla rivista «L’altro versante». Nel 1996 ha pubblicato la raccolta di poesie Magnificat (I Quaderni del Battello Ebbro) nel 2000 Jacquerie (Torino, Nino Aragno Editore), nel 2005 Patricidio (Torino, Nino Aragno Editore), nel 2008 Rosso degli affetti (Torino, Nino Aragno Editore). È presente in diverse antologie, fra cui Poeti a Pistoia negli anni Ottanta (Vallecchi 1989), Di amante buio (NCE, 1993), Nostos (Polistampa, 1997), Poeti nel tempo del Giubileo (Paideia, 2000), Parole di passo (Aragno 2003).

Ha tradotto LeRoi Jones nell’antologia Kerouac and Co. (Millelire – Stampa alternativa 1995) e Lunch Poems di Frank O’Hara (Mondadori, 1998).
E’ il curatore delle opere di Piero Bigongiari e ha scritto saggi d’arte e di critica letteraria su figure emblematiche del Novecento. Ha curato l’antologia di racconti e poesie Il tempo del Ceppo (Giunti 1997) e, con altri, Lezioni di poesia (Le Lettere 2000) e Dizionario della libertà (Passigli 2002).

Da anni porta avanti La direzione artistica dello storico Premio letterario nazionale “Il Ceppo” attraverso il progetto “Il tempo del ceppo” (su www.youtube.com/iltempodelceppo i video dell’edizione 2009) che coinvolge associazioni, riviste e teste pensanti
dell’area metropolitana tra Firenze e Pistoia e che si è concretizzato quest’anno sia nel Premio Ceppo sia nella tre giorni di incontri, reading e convegni “”Poesia sulle mura – Le mura dei poeti”, tenutasi a Pistoia nel mese di aprile.

Info e contatti Per informazioni:
Lo Spazio di via dell’ospizio
libreria – galleria d’arte – sala da tè
Via dell’Ospizio 26/28, Pistoia
tel. 0573.21744
mail: lo-spazio@libero.it

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