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Santa Caterina d’Egitto. L’Egitto di Santa Caterina – Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, Bagno a Ripoli (Firenze)

Papiri e antichi reperti: così nella bellissima cornice dell’Oratorio di Santa Caterina a Bagno a Ripoli (FI) torna a vivere l’Egitto di Santa Caterina d’Alessandria
Fino all’11 giugno all’Oratorio di Ponte a Ema (Bagno a Ripoli, FI), intitolato alla martire, si tiene la mostra ‘Santa Caterina d’Egitto – L’Egitto di Santa Caterina’ organizzata dal Comune e dall’Istituto Papirologico “G. Vitelli” dell’Università di Firenze.
Una sessantina i pezzi esposti, in gran parte visibili per la prima volta dal vivo e risalenti al III -IV secolo.
Obiettivo: ricreare il contesto sociale e culturale in cui visse la Santa stabilendo un dialogo con gli affreschi trecenteschi della Cappella.
Orari: giovedì-domenica ore 10-18.30; mercoledì ore 14-18.30
A fornire l’intuizione per questa preziosa mostra che consente al pubblico di vedere papiri e reperti di inestimabile valore storico e documentario, sono stati i dipinti trecenteschi che affrescano la Cappella dell’Oratorio di Santa Caterina. Realizzati da artisti di fama come Maestro di Barberino, Pietro Nelli e Spinello Aretino, che nella seconda metà del XIV secolo vennero chiamati ad abbellire abside e campata dalla famiglia Alberti, proprietaria dell’Oratorio, gli affreschi riportano gli episodi legati alla vita della giovane martire egiziana, come la discussione con i saggi pagani, le nozze mistiche, la Passione, il supplizio delle ruote. Descrivono, però, un Egitto distante da quello del III-IV secolo d.C., età in cui si presume abbia vissuto santa Caterina.
Da qui, l’idea della curatrice della mostra, la ricercatrice dell’Istituto Papirologico Simona Russo, di riunire reperti archeologici e documenti per mostrare, con una minuziosa e accurata ricostruzione filologica, l’Egitto all’epoca della martire, e offrire una visione del panorama culturale e sociale a lei coevo, rendendo più ‘tangibili’ le immagini degli affreschi dell’Oratorio.
I circa sessanta pezzi in esposizione, di cui circa la metà sono papiri, provengono dall’Egitto, risalgono per la maggior parte al III-IV secolo d.C. e appartengono prevalentemente all’Istituto Papirologico. Ci sono però tre preziose eccezioni: due papiri provengono dalla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, mentre il terzo appartiene alla Biblioteca Apostolica Vaticana che ha eccezionalmente concesso questa ‘trasferta’.
Il materiale papiraceo, che raccoglie testi sia pubblici che privati, scambi epistolari e disegni, tramanda e rende vivi i grandi avvenimenti della storia che fanno da sfondo alla vita di santa Caterina, come il tentativo imperiale di limitare la diffusione del Cristianesimo, le trasformazioni della civiltà pagana, le interazioni e i conflitti tra modi molto diversi di intendere l’umano e il divino.
Accanto ai papiri, saranno esposti frammenti di abiti, reperti archeologici, oggetti di vita quotidiana restituiti dalle sabbie egiziane per ricostruire le occasioni di svago, le vesti che la santa indossava, il suo percorso scolastico e persino le sue preferenze alimentari.